Io, il judo e la luna

"Vivere" le passioni, abbattere le distanze

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Cosa c’entra una cintura di Judo con la Luna e i suoi crateri? 
Apparentemente nulla. In realtà, l'ideogramma che appare in fotografia è proprio quello ricamato sulla MIA cintura; non una qualsiasi, quella che indosso sul tatami. Quella, poi, non è la solita Luna, ma la stessa che IO ho visto per la prima volta ad occhio nudo attraverso un telescopio.

E questa è una breve storia, che lega questi due “oggetti” tra di loro, usando la mia anima come “collante”.

Avrò “osservato” il simbolo del Judo ricamato sulla mia cintura centinaia di volte [almeno tutte le volte che la uso per legare il mio judogi], senza considerare quando ho cercato di approfondire lo studio del significato di quei “segni” così armoniosi… trovando sempre nuovi spunti di riflessione ma mai una spiegazione che mettesse pace alla mia curiosità.

Ho “osservato” la Luna centinaie di volte, alzando lo sguardo verso il cielo per contemplarne la meraviglia e riempirmi il cuore spesso di stupore e curiosità, talvolta di immaginazione e impotenza, altre volte ancora riempiendomi gli occhi di lacrime, perché quella luce mi riportava a malinconie mai guarite.

Ma un conto è “osservare”, un altro è “vivere”.

Esiste un momento, ben preciso, in cui sei chiamato a vivere ciò che hai sempre pensato fosse distante da te. E quando questo accade, le distanze si abbattono, e ciò che prima ti limitavi ad “osservare”, ora lo possiedi e fa parte di te, per sempre.

La prima volta che ho avuto la fortuna di mettere l’occhio in un telescopio puntato sulla Luna ero bambino, e da quel giorno la mia vita è cambiata: perché il concetto di Luna per me era cambiato! Non era più una “cosa bella da vedersi”…era diventato un “mondo possibile”, una “realtà fantastica”, mi sembrava di “esserci stato”, e avevo voglia di “tornarci il prima possibile”. Oggi mi occupo di astronomia, lo faccio per lavoro e per passione (e viceversa), e dico sempre, che è così bello, che per me non è un lavoro, ma è l’unica cosa che potrei fare... Quel giorno io sulla Luna ci “sono stato” davvero!

La settimana scorsa ho partecipato ad uno stage sui Kata del Judo, e ho conosciuto “meglio” alcune persone, in particolare i maestri Elio Paparello e Nicola Ripandelli, il maestro Franco Sellari, e poi Antonio Tintori e Fabio della Moglie, … persone che ritenevo “irraggiungibili”… legato com’ero a loro da una “devozione” tutta speciale, tipica dell’allievo che aspira a “fondersi” con le conoscenze del maestro che predilige, ma che non ha neanche la certezza di poterlo un giorno incontrare… 

Ho trascorso con loro quasi due giornate, e ho ricevuto così tanto, ho condiviso con loro sudore, fatica, entusiasmo, passione, sorrisi… ho assistito alle loro storie di vita e di amicizia, alle loro battaglie interiori, alle loro delusioni e alle loro vittorie… e tutto questo me lo hanno donato con grande umiltà e semplicità.

Oggi, grazie a questi due giorni, sono diverso, oggi mi sento arricchito: la mia vita è cambiata. Nel mio cuore sento che sono entrati anche loro…

Oggi quel simbolo del Judo ricamato non è più lo stesso: quel “percorso” che vi è raffigurato, e che indica proprio il percorso che deve fare l’allievo insieme al suo maestro, ….bene… quel percorso io l’ho iniziato proprio in quei due giorni. Quel simbolo ora è “vivo”, mi indica una direzione, una meta…mi indica che “insieme a loro” ce la posso fare, e che “insieme agli altri” la mia vita “può e deve” essere migliore.

Per un approfondimento sugli ideogrammi del Judo consiglio l’articolo su EducaJudo: http://www.educajudo.it/it/articolo/etimologia-di-ju-do/…

Per un approfondimento sulla Luna “e l’altre stelle”… mi chiamo Mauro Centrone, judoka, astronomo.

 

scritto il 19 mag 2017
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