Mi chiamo Simone ed ho la sindrome di Down.
Sono un Judoka.
Al mattino lavoro come dipendente in un supermercato. Nel pomeriggio insegno judo in una palestra. Inoltre, grazie anche all’aiuto della mia famiglia, riesco ad allenarmi più volte durante la settimana.
Nonostante la sindrome di Down, mi sento un ragazzo sveglio e attento, capace di imparare cose nuove ed insegnare agli altri quello che ho imparato in 14 anni di Judo.
Insomma, sono una persona come tutti gli altri. A volte però mi sento diverso perché faccio le cose più lentamente e con più sforzo.
Nel judo, grazie ai miei insegnanti, ho imparato ad impegnarmi al massimo per superare i miei limiti e la mia pigrizia.
Mi hanno sempre motivato a migliorare, mi hanno fatto fare le gare, mi hanno spinto ad impegnarmi per guadagnare le cinture. Nel 2011 sono riuscito a superare l’esame di cintura nera e a diventare poi insegnante tecnico. Possiamo dire che hanno creduto in me e hanno visto che potevo fare molto più di quello che credevo.
Ora anche io so che lavorando molto posso raggiungere grandi obiettivi, con i miei tempi e con un po’ più di fatica. Questa cosa mi è utile anche quando sono al di fuori della palestra. Infatti quando ho iniziato a lavorare al supermercato ero un pò spaventato perché non sapevo se sarei stato in grado di fare quello che mi chiedevano. Poi pian piano ho capito che lavorando giorno dopo giorno, potevo migliorare e vincere anche questa sfida.
Mi sono sempre allenato insieme a tanti altri ragazzi, confrontandomi con tutti all’interno del gruppo. Ho imparato a rispettare gli altri e mi sono sentito accettato.
Così quando sono a lavoro o con gli amici so che è importante comportarsi bene con tutti e che anche gli altri lo facciano con me.
In futuro vorrei partecipare e vincere altre gare di judo; prendere gli altri livelli delle cinture nere e continuare ad insegnare.
Ma la cosa più bella sarebbe arrivare alle Olimpiadi di Judo come professionista.
Simone
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