Judo e disturbo da deficit di attenzione/iperattività

Rilevazione e gestione dei disagi di autocontrollo dei bambini

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Maestro, "il mio bambino è iperattivo!". Quanto volte l'avrò sentito...
In realtà, solo di rado quella descrizione coincide effettivamente con una diagnosi clinica.
La "vivacità", infatti, non necessariamente è sintomo di un disturbo, nè il frutto di una cattiva gestione genitoriale.

ADHD è l'acronimo di Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, sigla che indica la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. 

E' un tipo di disturbo che si manifesta dalla prima infanzia con comportamenti riconducibili a tre principali difficoltà: iperattività, disattenzione e impulsività.Tali problematiche, associate ad altri disturbi di carattere secondario, vanno inevitabilmente ad influenzare i diversi aspetti e situazioni  che riguardano la vita quotidiana.

I sintomi relativi all’iperattività si riscontrano in quei bambini i cui livelli di attività motoria risultano particolarmente elevati; la motricità viene difficilmente contenuta e non  rapportata ai diversi contesti. I bambini non riescono “a star fermi” o seduti quando richiesto loro, si agitano in continuazione, e spesso non si dedicano a giochi e divertimenti in modo tranquillo.

I sintomi riguardanti invece la facile distraibilità si riferiscono alla scarsa cura per i dettagli e all’incapacità di reggere l’attenzione in maniera stabile su un compito, portando a termine le attività intraprese, soprattutto se queste non sono particolarmente gradite. Conseguono errori durante lo svolgimento dei compiti in classe ad esempio, o il non eseguire le istruzioni fornite.

Infine rispetto all’impulsività facciamo riferimento essenzialmente alla difficoltà di dilazionare le risposte comportamentali in rapporto alle esigenze del contesto.

Tutti i bambini - e non solo - possono manifestare, in determinate situazioni, alcuni dei comportamenti sopra descritti. Ognuno di noi, infatti, tende a distrarsi e commettere errori durante attività che magari richiedono tempi prolungati e azioni ripetitive. Tuttavia quando tali modalità comportamentali costituiscono caratteristiche costanti del bambino e persistono in tutti i contesti di vita, esse possono condizionare le funzioni esecutive, ossia quei processi cognitivi di inibizione, pianificazione, esecuzione di procedure, ecc. finalizzati all’applicazione di comportamenti complessi che permettono il raggiungimento di determinati scopi.

Davanti a queste condotte, la pratica del judo e l'osservazione del Maestro rappresentano un efficacissimo sistema di rilevazione e gestione del disagio del bambino.

Il Judo attiva infatti competenze neuronali e psicologiche che spesso risultano compromesse nei bambini con ADHD: armonia tra corpo e mente, capacità di autoregolazione e gestione dell’aggressività, senso del rispetto delle regole e dei turni, accettazione della frustrazione, riconoscimento del limite, tensione verso il miglioramento personale, capacità attentive, programmazione motoria, armonizzazione e finalizzazione dello sforzo, modulazione della forza fisica e mentale, rispetto dell’altro (“gli sport di combattimento orientali tendono a ridurre le tendenze violente e a dominarle”; Becker, 1982).

In uno studio di Zivin et al. (2001) condotto su 60 ragazzi di scuola secondaria inferiore che presentavano comportamenti problematici, gli insegnanti hanno riscontrato significativi miglioramenti nei livelli di impulsività con riduzione dei comportamenti socialmente inappropriati e maggiore accettazione delle regole in seguito a un ciclo di 30 lezioni di Judo.

Più in generale le arti marziali sembrano essere un ausilio per promuovere la concentrazione e ridurre l’impulsività, richiedendo ai ragazzi di focalizzarsi intensamente sulla propria attività fisica, di seguire comandi verbali e visivi, il tutto in un ambiente in cui la disciplina e il rispetto sono la base portante (Woodward, 2009). 

Per approfondimenti (fase adolescenziale): Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (2012), vol. 79: 467-478 

Sport and ADHD: a residential Summer Camp for adolescents with Attention Defi cit Hyperactivity Disorder  - Luciano Luccherino* , Sara Pezzica**

Fabio Della Moglie 

 

 

 

scritto il 16 mag 2016
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