Il Judo è uno sport da combattimento dove vige la regola delle categorie di peso. Questo sistema consente agli atleti di affrontare avversari della stessa stazza, evitando eccessivi squilibri fisici.
Il judoka non prepara la gara solo solo in palestra; dietro di lui esiste un vero e proprio team di professionisti che svolge sinergicamente un lavoro specifico che va dalla preparazione fisica a quella motivazionale, a quella tecnica, fino alla cura degli aspetti nutrizionali.
Un combattimento di judo dura 4 minuti effettivi durante i quali gli atleti necessitano di forza esplosiva per la rapida e potente esecuzione delle tecniche di proiezione e di forza resistente che permetta loro di mantenere a lungo le contrazioni isometriche, gestendo la fatica per tutto l’arco dell’incontro e della gara.
La preparazione ottimale per un Judoka prevede dunque di allenare preventivamente la forza massimale - senza però esasperare l’ipertrofizzazione che porterebbe anche ad un aumento eccessivo di peso con conseguente cambio di categoria - ma soprattutto di mantenere un corretto equilibrio tra forza esplosiva e forza resistente.
La forza resistente (strength endurance) può essere definita come la capacità del sistema neuromuscolare di compiere sforzi di natura statico-dinamica per periodi lunghi o molto lunghi di tempo.
In particolare, si definisce dinamica o dynamic strength endurance quando il lavoro svolto dai muscoli consiste in sforzi concentrici ed eccentrici di differente intensità e di durata variabile.
Si dice statica o static strength endurance quando invece gli sforzi muscolari isometrici sono di differente intensità e durata variabile.
I fattori che determinano una prestazione di endurance sono:
Quando alleniamo la forza resistente, in senso statico o dinamico, viene stimolata la contrazione di diverse catene muscolari che implicano l’impegno sinergico e progressivo dei muscoli che vi fanno parte e che portano ad un’ulteriore classificazione di forza:
Nel judo sono presenti entrambe le espressioni di forza resistente, generale e locale, nella misura in cui gli atleti devono far richiamo alla capacità di compiere sforzi muscolari continui per periodi lunghi o medio-lunghi senza perdere efficienza in termini di intensità e durata, focalizzando un grande sforzo isometrico nei muscoli delle mani e degli avambracci impegnati nelle prese.
Diego Di Guida
Preparatore Fisico Atletico Sport da combattimento
Tecnico Posturale e Specialista Esercizio Correttivo
Allenatore federale di Pesistica
L'approccio posturale del Maestro di judo
Forma, etichetta e meditazione
Un'alleanza speciale per la crescita del bambino