Ognuno di noi, in giovinezza, serba una storia, un evento, un'immagine o una suggestione che ha condizionato, nel bene o nel male, le scelte e le direzioni della vita: l'esca colorata di una lenza realizzata nel silenzio di un lago di montagna, una dissonanza musicale che inspiegabilmente ti ha toccato l'animo, la reazione chimica che in un istante ti ha reso scienziato.
"Storia di una cintura che vuole cambiare colore" prende spunto dalla scintilla che ha ispirato ed istradato un bambino - nei panni di un giovane Lupo Alberto - alla pratica del judo.
Le avventure del lupo piu' famoso d'Italia si fanno pretesto per richiamare con simpatia e semplicita' tanti spunti sulla storia del judo, sui suoi "codici", sui suoi valori e sui principi etici ed inclusivi che gli sono propri.
Il racconto ribalta la storia vera dell'autore, Giuseppe Galasso, che attraverso le gesta del figlio, si innamora del judo, lo osserva dall'esterno, lo studia e lo assapora da adulto in tutte le sue connotazioni, scorgendone, narrandone ed esaltandone il potenziale educativo.
Il testo, edito dalla Betti con la collaborazione del CUS Siena, ha il pregio di aver delineato una prospettiva narrativa mai tracciata nell'ampio panorama editoriale sul judo, quella di un genitore che, pur scegliendo di rimanere spettatore anche nel racconto - senza mai offuscare lo stupore e la curiosita' del piccolo protagonista - riesce idealmente a sussurrare all'orecchio degli addetti ai lavori quale sia la direzione verso cui la nostra disciplina dovrebbe tendere per aspirare a conquistare realmente il cuore delle persone e ad aumentarne la diffusione.
I disegni di Lupo Alberto e della famiglia McKenzie sono frutto della matita di Silver. Di Yuri Ferretti le ulteriori illustrazioni. Non perda il lettore l'opportunita' di aprire la copertina posteriore nella sua interezza e di scorgere in essa, in un unico colpo d'occhio, la rappresentazione del "judo per tutti", insita nella vicinanza di tutti i personaggi nati dall'estro del disegnatore che, pur nelle loro macroscopiche differenze, sono riuniti in unico corso di judo e vestiti da un medesimo judogi di colore bianco.
Una lettura gradevole, delicata, a tratti commovente per chi ha avuto l'onore di essere figlio di un padre/maestro e la fortuna di vivere davvero questa bella storia di fantasia.
La redazione di EducaJudo
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