Stress, ansia, paura, rigidità ?
Le strade per affrontare queste problematiche sono molte e variegate; il judo ne offre una partendo dalla ginnastica, ovvero dal “taiso”, soprattutto se riletto e valorizzato attraverso quello che è stato chiamato Taiso-Yoga.
Il Taiso-Yoga in pratica si propone di declinare in modo diverso la classica “ginnastica del judo”, unendo il taiso e la propedeutica degli ukemi (le cadute del judo) con lo yoga-dinamico, traendone un format alla portata di tutti che riconduce in equilibrio il livello energetico dell'organismo, attraverso esercizi di allungamento del sistema muscolare-tendineo, di sblocco delle articolazioni, una corretta respirazione e un intenso e costante ascolto del proprio sé interiore.
Una sorta di “ libero-flusso “ fisico e mentale, un metodo utile per compensare le disarmonie muscolari e le rigidità, ma anche una strada che può aiutare a riconnetterci con noi stessi, lasciando da parte pensieri e paure che spesso ci frenano interrompendo il “libero-flusso”.
Platone, nel decimo libro de “La Repubblica”, narra di Er, un guerriero che, caduto in battaglia, si risveglia poco prima di essere bruciato sul rogo funebre e si mette a narrare la sua esperienza “fra le vite”. In questo suo viaggio ultraterreno “…quando tutte le anime ebbero scelta la propria vita, si presentano a Lachesi (il Destino) secondo l’ordine del sorteggio; a ciascuna ella assegnava come custode della sua vita e come esecutore della sua scelta il daimon che si era preso” (Platone, La Repubblica).
James Hillman, sostiene che c’è un’ Immagine innata in ognuno di noi, il daimon appunto, che conduce la nostra vita, cercando di realizzare al meglio il destino che le appartiene; come dire, ognuno di noi, qui su questa terra, percorre la propria vita seguendo, necessariamente, ciò verso cui è portato, a patto che si riesca a scoprirlo.
Il Taiso-yoga, come anche il Judo, soprattutto se praticato senza ansia per il risultato, aiutano a riconnetterci con il nostro daimon e ad entrare in quello stato che gli antichi greci chiamavano eudaimonia: l’essere in armonia con il proprio “demone” e, quindi, potersi dedicare interamente, cogliendo il senso del "qui e ora", come quando si compie un gesto senza condizioni, indirizzato con quella determinazione che deriva dal sentire che, compiendolo, si fa un passo consono con il proprio destino.
Vale quella che è la teoria della “ resilienza “, ovvero dopo essere stati “deformati “, stravolti, a volte annichiliti, dalle esperienze della vita, il nostro daimon ci riconduce, esattamente come un metallo sottoposto a molte deformazioni, alla nostra vera Immagine, a noi stessi e in questo percorso, il Taiso-Yoga, come il Judo, possono essere un buon viatico per ritrovare i “codici dell’anima”
Dr. Roberto Borgis
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