La scelta dello sport per i bimbi

Orientare o assecondare?

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Sono sempre stato un bimbo difficile. 

Quando ero piccolo a tavola adoravo la carne. La chiedevo tutti i giorni. "La canne, la canne!"

Mia madre me la centellinava tra verdure, pasta, legumi e roba che odiavo, ma che imparai ad amare, affabulato dai colori e dai cucchiai aerei di mio padre.

Costruii ed affinai il mio gusto.

Volevo imparare a suonare il piano. Amavo il jazz ma il mio insegnante mi fece imparare la musica classica. Mozart lo trovavo noioso, beethoven complicato.

Mi ritrovai tuttavia magicamente dopo poco a suonare il jazz. Non me ne accorsi nemmeno.

Anche per lo sport c'è il tempo per la scelta autonoma e il tempo della scelta indotta.

I figli premono, frignano e i genitori comprensibilmente cedono alle loro richieste dettate talvolta dal capriccio, dall'inconsapevolezza, dalla moda. La scelta autonoma del bambino, per contro, richiede tempo, il tempo durante il quale è il genitore che deve indicare la strada.

Fino a 7 anni è preferibile che la scelta sia orientata, così come si fa a tavola e con la musica. Prima è necessario costruire le basi, poi seguiranno le inclinazioni.

Il Comitato Olimpico Internazionale ritiene che Il judo sia la disciplina più completa e adatta a formare le basi motorie, comportamentali e psicoemotive del bambino

Adesso, consapevolmente, prendete vostro figlio per mano, fategli vedere i colori del tatami ed affascinatelo con una storia fatta di amicizia, virtù, acrobazie e gioco, Noi penseremo a farlo innamorare. Lui, tra qualche anno, sceglierà se continuare o meno.

Fabio Della Moglie 

scritto il 22 set 2016
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